Stupenengo, brand president di Fpt Industrial: “Ecco come il digitale cambia i motori”
Ogni minuto dai suoi stabilimenti esce un motore. Motori per imprese straordinarie come il 16 litri che a marzo ha permesso a una powerboat di raggiungere i 277 chilometri all’ora sul lago di Como. Motori, soprattutto, che garantiscono quel movimento che ogni giorno permette all’economia di svilupparsi e crescere. Si tratta di Fpt Industrial, azienda che sarà protagonista del Tech Day, manifestazione organizzata insieme a Wired per il prossimo 23 novembre all’Industrial Village di Torino (la mattinata sarà solo in streaming sul sito di Wired e sulla pagina Facebook di Fpt, mentre il pomeriggio è aperto al pubblico basta registrarsi qui). Avvicinandosi all’evento la brand president di Fpt Industrial Annalisa Stupenengo spiega come l’azienda stia affrontando le sfide poste dal digitale.
Qual è l’impatto del digitale sull’industria dei motori? Come stanno cambiando i prodotti e le modalità di produzione?
“Nonostante il nostro possa sembrare un settore poco trainante da un punto di vista strettamente digitale, anche noi stiamo vivendo questa “rivoluzione” come un’opportunità per continuare a dare un valore aggiunto ai nostri clienti.
Proprio applicando un approccio digitale ai nostri prodotti. E lo facciamo anche con strumenti con i quali gli utenti finali hanno familiarità, come gli smartphone”.
In particolare, di cosa si tratta?
“È solo uno degli esempi. Di recente abbiamo sviluppato un’app che permette di visualizzare in tempo reale il funzionamento del motore.
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I dati che vengono trasmessi da quest’ultimo servono innanzitutto a noi per un miglioramento continuo della progettazione. Ma garantiscono un valore aggiunto al cliente finale, che in questo modo riceve delle informazioni importanti. Pensiamo a una flotta di veicoli commerciali. L’app consente di capire se l’utilizzo è ottimale dal punto di vista dei consumi e della gestione dei mezzi. Oppure consente di programmare in maniera preventiva e più efficiente gli interventi di manutenzione”.
Mentre all’interno delle vostre fabbriche, qual è l’impatto del digitale?
“Fpt Industrial produce motori industriali dai 2,2 ai 20 litri di cilindrata, ma anche assali e trasmissioni sempre per applicazioni industriali. Per la natura stessa dei nostri prodotti nelle nostre fabbriche adottiamo processi di produzione altamente automatizzati, dove i robot affiancano l’uomo per raggiungere altissimi livelli di produttività ed efficienza. Nella misura in cui facciamo affidamento alla robotica, il digitale ci è sempre appartenuto. E oggi ci sono una serie di opportunità che la digitalizzazione offre nel minimizzare gli sforzi fisici e massimizzare l’efficacia delle operazioni. I macchinari dialogano tra di loro e con il mondo esterno per rendere il processo sempre più efficiente. Ma anche per garantire una maggiore sicurezza sul lavoro, anche attraverso attività di formazione continua”.
Quali strumenti digital utilizzate per le attività di formazione?
“Per esempio la realtà virtuale per il training. Lo facciamo per la nostra forza vendita, per i commerciali e ora lo stiamo introducendo anche in fabbrica. Questa tecnologia ci permette di riprodurre diverse casistiche di operazioni che un operaio può effettuare. Questo gli permette di comprendere quale sia la modalità migliore per svolgerla”.
Appunto, le risorse umane. Oltre alla formazione di quelle in azienda, quali sono le professionalità che cercate?
“Di solito si pensa ad una società come la nostra come se fosse un ambiente poco dinamico, nel quale si chiedono esclusivamente competenze di natura meccanica. Non è assolutamente così. Oggi cerchiamo le professionalità più svariate. Quelle meccaniche, certo, ma anche quelle chimiche, elettroniche ed informatiche. E ci spingiamo anche verso ambiti che prima erano lontani dal nostro mondo. Penso ai data scientist e agli sviluppatori. Ma poiché i servizi avranno un ruolo sempre più preponderante, pensiamo anche a profili con un background umanistico”.
Un tema centrale, per un’azienda come la vostra, è quello della sostenibilità. Se in passato a chiedervela erano solo le norme, ora la domanda arriva direttamente dal mercato. Come rispondete?
“La sostenibilità ambientale fa parte del nostro dna. D’altronde apparteniamo a un gruppo, Cnh Industrial, che si è confermato per l’ottavo anno consecutivo leader negli Indici di Sostenibilità del Dow Jones. Come Fpt Industrial, la nostra mission è quella di sviluppare, progettare, produrre e vendere dei propulsori nel rispetto dell’ambiente. Non lo dico per fare della filosofia. Per noi ridurre le emissioni di CO2 significa avere dei motori efficienti e che consumano poco. E questo obiettivo ci ha sempre guidati nel modo di pensare i nostri prodotti. Perfino le nostre fabbriche hanno dei progetti di sostenibilità. Andiamo dal riutilizzo delle acque nei centri di sviluppo in cui testiamo i motori all’impiego di energia eolica o fotovoltaica. Ad Arbon, in Svizzera, il calore prodotto dalle nostre celle riscalda la piscina comunale”.
Oltre a quelle digitali e ambientali, quali sono le sfide che vi aspettano?
“Stiamo vivendo una fase di passaggio e la stiamo affrontando con entusiasmo. Siamo partiti da quelli che riteniamo essere i nostri punti di forza. Il nostro gruppo ha sempre sperimentato, introducendo negli anni tecnologie pionieristiche. Ed è su queste basi che siamo pronti ad allargare i nostri orizzonti. Anche confrontandoci con ambienti nuovi e con nuove forme di energia. Domani la fonte di energia potrà infatti assumere aspetti diversi, ma la nostra mission sarà sempre quella di gestirla al meglio e far muovere dei veicoli”.
Ma quindi dobbiamo aspettarci un annuncio al Tech Day di venerdì 23 novembre?
“Direi che le mie ultime parole hanno dato più di un indizio…”.